Il coraggio di Pippo Fava
Quarant’anni fa, il 5 gennaio 1984, la mafia uccideva Pippo Fava, giornalista, fondatore e direttore de “I Siciliani”, un mensile che aveva il coraggio di raccontare la realtà della Sicilia, svelando le collusioni tra politica, affari e criminalità organizzata. Fava non si limitava a denunciare i fatti, ma li interpretava con una visione critica e una forte passione civile, determinato a contrastare la mentalità mafiosa attraverso la cultura, l’arte e l’informazione.
Fava, collaboratore di numerose testate nazionali come i settimanali “Tempo” e “Domenica del Corriere”, aveva 59 anni quando fu assassinato. Una settimana prima di essere ucciso, durante un’intervista a Enzo Biagi, dichiarò: “I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione.”
La verità sulla sua morte emerse solo dopo vari tentativi di depistaggio volti a gettare discredito sulla sua persona, furono poi condannati all’ergastolo Nitto Santapaola, indicato come mandante, e Aldo Ercolano come esecutore.
Fava fu anche un prolifico scrittore e drammaturgo, che seppe esprimere la sua creatività in diversi generi e linguaggi. Tra le sue opere più celebri, il romanzo “Gente di rispetto”, da cui fu tratto un film di Luigi Zampa, e la sceneggiatura di “Palermo or Wolfsburg”, premiata con l’Orso d’oro al Festival di Berlino. Un lavoro che mi ha colpito particolarmente è il documentario “Da Villalba a Palermo” (1980), in cui Fava mescola sapientemente il reportage con la rappresentazione teatrale, creando così un’opera originale, moderna e coinvolgente. Il film ripercorre la storia della Sicilia dal dopoguerra agli anni Settanta.
Pippo Fava è stato un esempio di giornalismo indipendente e di cultura civica, che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Sicilia e dell’Italia. La sua eredità è ancora viva e attuale, e ci invita a non arrenderci di fronte alle ingiustizie e alle violenze. Come scrisse lui stesso: “Non si può essere neutrali quando si parla della nostra terra. O si sta dalla parte dei siciliani o si sta dalla parte dei loro nemici.”
Ho voluto onorare la memoria di Pippo Fava e del suo instancabile impegno per la verità nel mio cortometraggio “La Grande Onda” (2020), che affronta la svolta imprenditoriale delle mafie tra gli anni ’70 e ’80, disponibile in streaming sul mio sito.
Il coraggio di Pippo Fava vive attraverso le storie che raccontiamo, e spero che “La Grande Onda” contribuisca a preservare il suo spirito di resistenza.